Come preparare il prato per l’inverno
Indice:
- Come fare la manutenzione del prato per l’inverno?
- Tagliare il prato in inverno, si può fare?
- Come recuperare il prato ingiallito in inverno?
- Rimedi per l’ingiallimento del prato invernale
Il prato con l’arrivo dell’inverno raggiunge il riposo vegetativo per prepararsi a riprendere nuovamente vigore in primavera con un nuovo ciclo vegetativo.
Le basi per una cura invernale si pongono soprattutto con le cure autunnali.
Dopo aver sofferto durante il periodo estivo le alte temperature e la siccità caratteristiche della stagione, l’autunno riporta temperature più miti e un grado di umidità ottimale, e il prato si prepara ad affrontare il riposo vegetativo con una minor crescita degli steli. In questo periodo vanno aiutate soprattutto le radici, irrobustendole prima del sopraggiungere di temperature più rigide.Quando le temperature inizieranno ad avvicinarsi allo zero termico, le cure non devono essere trascurate, così come le attenzioni particolari che la stagione invernale richiede.
Come fare la manutenzione del prato per l’inverno?
Il riposo vegetativo del prato:
Per il prato il riposo vegetativo è la condizione nella quale l’erba si prepara ad affrontare il periodo avverso dell’inverno. Durante le brevi giornate invernali con poche ore di sole e temperature rigide, le funzioni fisiologiche si riducono al minimo così come la fotosintesi. L’erba deve affrontare l’insidia delle brine notturne, durante le quali il ghiaccio che circonda i singoli fili d’erba li rende più vulnerabili.
Eliminare il feltro dal prato:
I tagli periodici del prato eseguiti durante la stagione estiva possono aver lasciato dell’erba secca tra gli steli che, depositandosi sul terreno, crea uno strato semi impermeabile che riduce la circolazione di aria e acqua. Questo strato di feltro contribuisce a realizzare un ambiente favorevole allo sviluppo e proliferazione di batteri e insetti dannosi per il manto erboso. Va quindi rimosso dalle operazioni di manutenzione del tardo autunno, per garantire un corretto apporto di aria e luce al terreno. Per rimuovere il feltro, il prato va rastrellato a mano fino a quando gli scarti non saranno completamente rimossi. Per ridurre la formazione del feltro il prato andrebbe arieggiato almeno due volte l’anno, preferibilmente marzo e settembre, con appositi arieggiatori che, dotati di speciali lame, sminuzzano i residui dei tagli e forano il prato portando alla luce parti di terreno che ne favoriscono l’eliminazione. Un altro benefico effetto dell’arieggiatura è dato dal favorire l’apporto di acqua e aria al terreno.
Togliere le foglie secche dal prato:
Come va rimosso il feltro anche le foglie secche che dall’autunno si depositano sul prato, vanno rimosse periodicamente e con cura. Il fascino delle foglie ingiallite che colora il nostro prato durante le giornate autunnali può diventare un problema per il manto erboso. Infatti il clima autunnale e invernale, caratterizzato da freddo e umidità, contribuisce al processo di decomposizione del fogliame e le foglie secche decomponendosi possono favorire la formazione di malattie, oltre che essere un veicolo di trasmissione di parassiti dannosi. Essendo gli steli più delicati, l’operazione di asportazione delle foglie secche va compiuta con un passaggio delicato del rastrello per non recare danni al tappeto erboso, o usando un soffiatore. Un prato libero dalle foglie secche non solo risulta più ordinato, ma è nello stesso tempo più protetto dai pericoli del freddo.
Taglio del prato:
La crescita del prato continua durante l’autunno, seppur con una minor intensità rispetto alla primavera, quindi vanno eseguiti i normali tagli con una frequenza più diradata. Temperature miti e abbondanza di acqua favoriscono la crescita, e con temperature che di giorno raggiungono valori intorno ai 13-15 gradi, si può tagliare tranquillamente il prato.
L’ultimo taglio si esegue a fine ottobre inizio novembre, quando il prato ha raggiunto il riposo vegetativo, preparandosi all’inverno e non si corre il rischio di incappare in gelate notturne. L’altezza dell’ultimo taglio deve essere molto corta, tra i 3 e i 4 cm. Quest’altezza aiuta a valutare meglio lo stato del terreno con un colpo d’occhio e predisporre eventuali interventi, inoltre un basso spessore del manto erboso aiuta a far penetrare concimi e acqua in profondità, rinforzando nel contempo gli steli. Durante i tagli autunnali bisogna avere l’accortezza di non tagliare il prato con l’erba bagnata. Oltre al fatto che il passaggio del tagliaerba, schiacciando gli steli, crea le condizioni per una possibile proliferazione di funghi e marciume, l’erba bagnata diventa più difficile da raccogliere. Se non si raccoglie completamente l’erba tagliata, si agevola la formazione del feltro sul prato, che, come abbiamo, visto provoca danni al manto erboso.
Concimazione autunnale del manto erboso:
Durante l’inverno il prato si difende dalle rigide temperature rallentando l’attività metabolica. Il prato va comunque aiutato ad affrontare questo periodo se si vuole riavere al risveglio dell’attività vegetativa in primavera un prato bello verde e sano. Per aiutare il prato ad affrontare il freddo è bene procedere in autunno, dopo l’ultimo taglio, a una concimazione del manto erboso che favorisca il rafforzamento dell’apparato radicale piuttosto che la crescita degli steli. Ciò è possibile impiegando un fertilizzante potassico, che oltre ad irrobustire le radici, riduce gli effetti negativi del gelo sul manto erboso e prolunga la colorazione del prato all’arrivo dell’inverno. La concimazione va eseguita in modo uniforme, su un terreno umido, e nel caso fosse disidratato, prima di eseguire l’operazione sarebbe meglio innaffiarlo leggermente. Subito dopo aver concimato, il prato va innaffiato per favorire l’assorbimento graduale delle sostanze nutritive nel terreno.
Durante l’inverno non si deve concimare il prato, perché potrebbe portare a una crescita inattesa degli steli che sarebbero poi danneggiati dalle gelate.
Ridurre le zone d’ombra:
In inverno le ore di luce sono ridotte rispetto al resto dell’anno, e il prato risente di questa riduzione diradandosi e tendendo a ridurre l’apparato radicale pur di acquisire il maggior irraggiamento possibile necessario per la fotosintesi.Oltre al problema della riduzione dell’irraggiamento diurno, il prato può risentire di zone d’ombra o di altre piante che riducono ulteriormente la luce e i raggi del sole. Se possibile, quindi, prima dell’inverno sarebbe necessario procedere a una potatura di queste piante, così, oltre ad agevolare la filtrazione dei raggi solari al prato, si agevolerebbe anche l’arieggiamento delle piante. Nelle condizioni di scarsa luce solare e alta umidità, inoltre, è possibile nelle zone in cui il prato è più ombreggiato compaia il muschio, un’infestazione comune del manto erboso durante l’inverno cui bisogna porre rimedio in primavera.
Non calpestare il prato ghiacciato:
Quando il prato è coperto di brina o di neve è importante evitare di calpestarlo. Gli steli a riposo sono estremamente fragili, e quando sono ricoperti da una patina ghiacciata più rigida corrono il rischio di spezzarsi facilmente. Gli steli rotti sono facilmente attaccabili da funghi e possono ingenerare seri problemi al prato da affrontare in primavera.
La neve che cade sul prato va lasciata sciogliere naturalmente perché innanzitutto forma un manto protettivo al prato, ed è comunque una riserva d’acqua per il terreno. Evitando di passeggiare sul prato con temperature vicine allo zero ci ripagherà in primavera con un manto erboso in perfetta salute e con meno manutenzione.
Tagliare il prato in inverno, si può fare?
Di norma durante l’inverno, con il riposo vegetativo del prato e le temperature rigide, non si dovrebbe tagliare il prato per evitare arrecare danni al manto erboso. Eppure ci sono zone con clima particolarmente mite e temperato in cui il prato ritarda la quiescenza invernale, con una ricrescita lenta ma costante anche durante il mese di dicembre.
In queste particolari condizioni si può tagliare il prato a dicembre inoltrato, avendo sempre cura di rimuovere l’erba tagliata per evitare il formarsi dello strato di feltro. Pur con temperature più miti bisogna comunque fare i conti con la riduzione delle ore di luce e una maggiore umidità del prato il mattino, scegliendo di eseguire il taglio del prato nelle ore centrali del giorno, con un’erba più asciutta consentendo una pulizia più facile e accurata del prato. Il tosaerba deve avere le lame perfettamente affilate, per operare un taglio netto ed evitare strappi alle foglie che sarebbero attaccabili dalle spore dei funghi, ammalando poi il prato.
In queste zone anche la concimazione del prato per rinforzare le radici viene spostata e ritardata rispetto alle zone a clima più rigido. Con il clima particolarmente mite anche il primo taglio primaverile spesso è anticipato dal precoce risveglio vegetativo che porta a tagliare il prato a febbraio o inizio marzo, e ad anticipare tutte le operazioni di primavera.
Pur se il clima è mite, non si deve soprassedere alla periodica rimozione delle foglie secche, da eseguirsi sempre con delicatezza anche se il prato ha una ricrescita lenta.
Come recuperare il prato ingiallito in inverno?
In inverno capita di osservare che il prato tende a cambiare aspetto, con alcune tracce o chiazze di erba ingiallita. Le cause dell’ingiallimento sono diverse e le più comuni sono:
Il gelo:
le basse temperature invernali favoriscono la formazione della brina sulle foglie il mattino, e le nevicate del periodo ricoprono interamente il prato. Sono fenomeni tipici del periodo che impediscono una corretta fotosintesi degli steli. Inoltre il ghiaccio che riveste le fragili foglie può strappare il tessuto vegetale danneggiando il prato. A questo dobbiamo aggiungere che la fotosintesi è ridotta a causa delle poche ore di luce disponibili. Gli effetti delle rigide temperature sono le cause principali dell’ingiallimento di un prato sano durante l’inverno.
I ristagni d’acqua:
Le piogge frequenti del periodo invernale possono formare delle pozzanghere in cui ristagna l’acqua in eccesso, e per il prato questo può essere causa di diversi problemi, come la proliferazione di muffe e funghi o la marcescenza della base delle piantine del prato. Questi ristagni sono causati o da avvallamenti del terreno, o più spesso dall’insufficiente drenaggio del terreno a causa della sua eccessiva compattezza. In quest’ultimo caso sarebbe bene, durante le operazioni di manutenzione autunnale, aggiungere al prato del terriccio misto a sabbia, distribuito uniformemente sulla superficie del prato con un rastrello. Gli eventuali avvallamenti andranno anch’essi livellati con un miscuglio di terriccio e sabbia, che sarà posato solo su un terreno perfettamente asciutto. Dopo aver riempito l’avvallamento, si compatterà il terriccio con un rastrello, fino a quando il terreno non sarà sufficientemente livellato.
La concimazione:
L’ingiallimento del prato può essere dovuto a un’eccessiva debolezza delle piantine, dovuta a un’errata o mancata concimazione durante il periodo autunnale. L’apporto dei nutrienti al manto erboso prima del riposo vegetativo fa si che il prato s’irrobustisca e passi il periodo di riposo protetto da danni derivati da un’eccessiva debolezza delle piantine. Oltre al potassio per l’irrobustimento radicale, è importante fornire al terreno azoto a rilascio graduale che oltre a irrobustire lo stelo d’erba contribuisce a conferirgli colore.
La specie:
le specie impiegate per la composizione del prato si dividono in due gruppi: microterme e macroterme. Le microterme rinvigoriscono e sono a proprio agio con climi più freddi, mentre le macroterme si sviluppano soprattutto con le temperature più calde. Il miscuglio delle due specie garantisce un prato verde durante l’intero arco dell’anno, gli steli gialli che si trovano nel prato durante l’inverno sono quelli delle macroterme che stanno affrontando il periodo sfavorevole interrompendo la fotosintesi. Con il ritorno della primavera riprenderanno naturalmente il loro colore abituale.
Rimedi per l’ingiallimento del prato invernale
Se vogliamo porre comunque rimedio all’ingiallimento del prato dobbiamo assolutamente evitare di eseguire una fertilizzazione del prato o aggiungere concime che non sortirebbe alcun effetto. Se è soprattutto l’aspetto estetico a preoccuparci, si può colorare il prato con alcuni prodotti che, oltre a ripristinare il colore verde del prato in salute, possiedono principi curativi per le piante del manto erboso. Altrimenti per affrontare e ridurre l’ingiallimento invernale bisogna agire nel periodo autunnale con una corretta manutenzione prima del riposo, o attendere la primavera con il risveglio vegetativo del prato.
Tra le operazioni autunnali un rimedio per prevenire l’ingiallimento è dato dalla trasemina, soprattutto in un prato a prevalenza di macroterme e in prati in cui vi sono diradamenti dopo la stagione estiva. La trasemina si esegue normalmente in ottobre, e si tratta di cospargere il terreno con semi di Lolium perenne. Per favorirne la germinazione, subito dopo aver distribuito i semi sul terreno, è necessario innaffiare il prato a sufficienza. Successivamente si controlla che l’erba abbia attecchito correttamente al terreno provando a strappare con le mani un ciuffo d’erba: se noteremo una resistenza allo strappo significa che la trasemina è andata a buon fine, i nuovi steli hanno attecchito ricoprendo i vuoti e dando maggior consistenza al prato. Quando i nuovi steli avranno raggiunto un’altezza di circa 8 – 10 centimetri si provvede al taglio del prato. La concimazione autunnale del prato va eseguita solo dopo il taglio del prato arricchito con la trasemina.
Durante l’inverno il prato non ha bisogno di attenzioni o interventi particolari, ad esclusione di una periodica rimozione delle foglie che vi cadono sopra. Preparare il prato ad affrontare tranquillamente l’inverno, come abbiamo visto, è un’operazione che va fatta in autunno, e con i giusti accorgimenti in primavera il nostro prato si riprenderà verde e in perfetta salute, agevolando anche la manutenzione primaverile.